Obesità e infiammazione: il nostro studio pilota

Background

E’ noto ormai da diversi anni come l’obesità ed il sovrappeso costituiscano la più importante epidemia del terzo millennio.

Secondo le più recenti statistiche stilate dall’Istituto Superiore di Sanità, in Italia un soggetto su dieci risulterebbe obeso ed uno su tre in sovrappeso, in linea, purtroppo, con le medie europee e mondiali.

Parallelamente al binario del sovrappeso e dell’obesità, correrebbe anche quello delle patologie metaboliche quali l’insulino-resistenza, il diabete di tipo due e le patologie cardiovascolari, sottolineando così la stretta correlazione patogenica tra queste entità cliniche.

Dopo oltre due decadi spese a ricercare affannosamente tutti i potenziali meccanismi patogenici, si è finalmente arrivati ad identificare nell’infiammazione il minimo comune denominatore di questi diversi eventi morbosi.

Si è quindi iniziato a considerare l’obesità, non più come una semplice alterazione del bilancio energetico, bensì come una vera e propria patologia infiammatoria sistemica, il tessuto adiposo, non più come semplice tessuto d’accumulo, bensì come un organo metabolicamente attivo con spiccate capacità endocrino-metaboliche.

La caratterizzazione biochimica ed istologica del tessuto adiposo bianco, delle crown-like structures (macroaggregati di linfociti/monociti-macrofagi e cellule adipose), delle numerosissime adipochine e dei relativi effetti periferici e centrali, hanno nel tempo avvalorato la correlazione tra obesità – infiammazione e patologie dismetaboliche.

Per questo motivo è diventato fondamentale considerare il soggetto obeso come un soggetto potenzialmente infiammato e pertanto altrettanto importante mettere in atto tutte le strategie dietetiche e integrative necessarie a trattare l’obesità e l’infiammazione ad essa correlata.

 

Infiammazione sistemica di basso grado (Low Grade Inflammation) e obesità: la correlazione

 

Classicamente si è abituati a considerare l’infiammazione come un evento acuto, caratterizzato da una sintomatologia patognomonica e ricorrente, con segni ben definiti e con connotati clinici facilmente documentabili.

Diverso è invece lo scenario clinico e metabolico riscontrabile nel soggetto obeso ed infiammato.

Per questo motivo si è cercato di distinguere il processo infiammatorio “classico” da quello “metabolico”, attribuendo a quest’ultimo il nome di infiammazione sistemica di basso grado.

Nella tabella sottostante verranno descritte le principali differenze tra il classico processo infiammatorio e l’infiammazione sistemica di basso grado

 

 

Infiammazione “classica”

Infiammazione sistemica di basso grado

Durata

Sede

Cellule coinvolte

 

Citochine coinvolte

Danno tissutale

Patologie associate

Acuta o Subacuta

Localizzata

Neutrofili, eosinofili, NK, Macrofagi e Linfociti, plasmacells

TNF-Alfa, IL-1, IL-6, ROS

Sempre presente

Coliti, peritoniti, infezioni, etc

Sempre cronica

Sistemica e multi-organo

Macrofagi e Linfociti T

 

TNF-Alfa, IL-1, IL-6, ROS, PCR

Assente

Dislipidemia, insulino-resistenza, diabete di tipo 2, ipertensione, aterosclerosi, sarcopenia

 

Definite le caratteristiche principali dell’infiammazione sistemica di basso grado, si è cercato di chiarire i meccanismi molecolari ed i triggers che correlassero l’obesità a questo complesso scenario metabolico.

Alla base di questo network, sembrerebbe esservi l’ipetrofia e l’eventuale iperplasia del tessuto adiposo.

Più precisamente l’esasperata ipertrofia degli adipociti, nel contesto del tessuto adiposo bianco e “viscerale”, determinerebbe una seria di modifiche strutturali del microambiente, soprattutto a carico del sistema vascolare e linfatico.

In questo contesto architettonicamente destrutturato, la compressione vascolo-linfatica esercitata dagli adipociti ipertrofici, ridurrebbe il flusso vascolare, creando condizioni ipossiche potenzialmente letali per gli adipociti più lontani dai vasi.

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Figura 1. Exley M A et al. J Endocrinol 2014;223: R41-R48

 

Gli stessi andrebbero in contro a morte per ipossia, inducendo a catena, una serie di eventi quali:

·         Rilascio di acidi grassi, potenziali substrati per i processi di lipoperossidazione;

·         Richiamo di cellule del sistema immunitario, ed in particolare di monociti/macrofagi;

·         Attivazione del processo infiammazione e burst-ossidativo;

·         Formazione delle crown-like structures e potenziamento del processo flogistico;

·         Attivazione dei linfociti T;

·         Innesco del processo infiammatorio ed ossidativo.

Immaginando questo processo multi-focale in più distretti del tessuto adiposo viscerale, si potrebbe pertanto facilmente immaginare l’enorme disseminazione di citochine infiammatorie per via sistemica, con dirette conseguenze sia sugli organi viscerali, ed in particolare su quelli insulino-sensibili, sia sul tessuto muscolare che sul sistema nervoso centrale.

La cronicizzazione di questi evento, tipica nel soggetto obeso-infiammato, giustificherebbe facilmente le ripercussioni metaboliche associate all’infiammazione sistemica di basso grado e precedentemente definite in tabella.

 

 

Infiammazione sistemica di basso grado: segni bioimpedenziometrici ed antropometrici

 

In virtù delle caratteristiche patogeniche, risulta decisamente complesso caratterizzare clinicamente l’infiammazione di basso grado.

Per questo motivo, oltre ai costosi e indaginosi esami emato-chimici, tuttavia molto preziosi per definire il pattern citochinico infiammatorio ed eventuali altri parametri flogistici come la PCR, nel tempo e con molta esperienza sul campo, si è cercato di individuare altre metodiche, meno invasive e laboriose in grado di guidare il professionista verso il più appropriato inquadramento clinico ed il successivo follow-up.

Trattandosi di una condizione strettamente correlata all’obesità viscerale, il monitoraggio dei parametri antropometrici e bioimpedenziometrici rifletterebbe perfettamente non solo il generale stato di forma del soggetto, bensì anche le sue caratteristiche metaboliche.

Parametri, tra l’altro, fortemente supportati da una nutrita letteratura scientifica e particolarmente sensibili.

In questo senso, quindi, sarebbe possibile adoperare alcuni parametri, come marcatori delle condizioni flogistiche del paziente con infiammazione sistemica di basso grado.

Tra questi i più importanti sarebbero:

·         Circonferenza Vita, Circonferenza Addominale e WHR (waist to hip ratio): strettamente connessi all’adiposità viscerale.  

Valori di circonferenza vita superiori ai 102 cm negli uomini e agli 88 cm nella donna, risulterebbero infatti fortemente correlate ad un aumentato rischio di contrarre patologie metaboliche e cardiovascolari;

·         BMI: Indice di massa corporeo (Peso (kg)/Altezza al quadrato (mt)): parametro statistico correlato al rischio di morbidità per patologie infiammatorie e cardiovascolari nonché di mortalità.

Valori superiori ai 30 kg/mq risulterebbero associati ad un aumentato rischio;

·         PA° (angolo di fase): parametro bioelettrico utilizzato per valutare lo stato nutrizionale e l’integrità delle strutture cellulari del soggetto, attraverso esame bioimpedenziometrico.

Una discesa dei valori di PA° si assocerebbe a malnutrizione (sia per difetto che per eccesso), infiammazione, stress ossidativo ed un aumento diretto della mortalità;

·         ECW (extracellular water): parametro bioelettrico ricavato dall’esame bioimpedenziometrico, indicatore del contenuto di acqua extracellulare del soggetto esaminato.

Un’espansione dell’ECW risulterebbe correlabile a condizioni edemigene, edematose, flogosi e malnutrizione;

·         BCM (body cell mass): parametro bioimpedenziometrico strettamente correlato alla massa metabolicamente attiva del soggetto esaminato.

Una riduzione della BCM si assocerebbe a malnutrizione, infiammazione cronica ed incremento della mortalità;

·         FM (Fat-mass): parametro bioimpedenziometrico utilizzato per stimare la massa grassa del soggetto esaminato.

Un incremento dei valori di massa grassa si assocerebbe evidentemente ad obesità e malnutrizione per eccesso.

 

L’esempio di gestione integrata

Alla base dei meccanismi patogenici precedentemente descritti, il trattamento dietetico ben strutturato e l’integrazione nutrizionale in senso antinfiammatorio, antiedemigeno e vaso-protettivo, potrebbe risultare vincente nella gestione del paziente obeso e contestualmente infiammato.

La gestione integrata e soprattutto NON-FARMACOLOGICA, potrebbe pertanto rappresentare uno strumento dallo spiccato carattere preventivo e terapeutico nelle mani del professionista della salute, colmando pertanto una lacuna “terapeutica” attualmente presente nel trattamento dell’infiammazione di basso grado.

L’assenza del farmaco e dei relativi effetti collaterali, inoltre, costituirebbe un fattore di assoluto rilievo, migliorando tra l’altro la compliance del soggetto e la riuscita del trattamento.

 

I soggetti trattati

La gestione integrata dieta/integrazione nutrizionale è stata proposta a 16 donne sane, pertanto non affette da patologie metaboliche, endocrine o cardiovascolari, caratterizzate tuttavia da alcuni sintomi tipici (MUS – medically unexplained symptoms) e segni antropometrici riconducili all’infiammazione di basso grado.

Nella tabella sottostante le caratteristiche “medie” dei soggetti trattati

 

Valori registrati

Valori di riferimento normali

Età media (anni)

42 ( ±10)

 

Altezza (cm)

162 (±5)

 

Peso (kg)

81 (±10)

 

BMI (kg/m2)

30.9 (±2)

18 - 25

ECW (% su total body water)

49.5 (±2)

40 - 46

FM (% su peso corporeo)

38.1 (±4)

22,7 - 30

PA°

5,2 (±0.4)

5.9 -7.5

BCM (kg)

24 (±2)

 

MUS

Sensazione di pienezza e gonfiore

Mani e piedi freddi difficile da riscaldare

Stanchezza e Affaticamento persistente

Difficoltà di concentrazione

Attacchi di fame o inappetenza


Il trattamento

I soggetti appena descritti sono stati trattati per due settimane consecutive con un protocollo dietetico e con supplementazione nutrizionale e monitorati attraverso bioimpedenziometria e bioimpedenziometria vettoriale

La gestione ha previsto;

1.       La dieta: la strategia dietetica adottata è stata una dieta Very Low Calories Diet, normoproteica (1,1 g/ kg di peso corporeo) ad alto tenore di acidi grassi polinsaturi e monoinsaturi e PRAL negativo.

 

2.       FLOGO.MU: assunto per 2 capsule al giorno lontano dai pasti.

Flogo.Mu ha fornito come principi attivi:

Bromelina: insieme di enzimi proteolitici, dotati di attività antiedematosa, antitrombotica ed antinfiammatoria. Particolarmente importante nel contesto per l’azione antinfiammatoria esercitata attraverso l’inibizione del richiamo di cellule infiammatorie.

Herpagonophytum procumbens: noto per le spiccate attività antinfiammatorie ed analgesiche. Detto anche cortisone vegetale, risulterebbe prezioso nel controllo dei processi infiammatori soprattutto di natura cronica.

Serratio peptidasi:proteasi di origine batterica, dotata di attività antinfiammatoria ed antiedematosa. Molto ben tollerata ed utile soprattutto nella gestione delle patologie ad andamento subacuto e cronico.

Ribes Nigrum: esercita attività anti-chemotattica, antidegranulazione e pertanto fortemente antinfiammatoria.

Escina: saponina dalle spiccate attività vasoprotettive , antiossidanti e capillarotrofiche.

 

3.       DEPUR.MU: 30 gocce al giorno in un litro di acqua.

Depur.MU ha fornito come principi attivi:

Fumaria officinalis: apprezzata in fitoterapia per l’azione diuretica, e depurativa.

Arctium lappa: utile per l’attività diuretica e contestualmente insulino-sensibilizzante. Preziosa nel sostenere il metabolismo in corso di eventi flogistici.

Hieracium pilosella: impiegata soprattutto come drenante per la marcata attività diuretica.

Taraxacum officinalis: pianta dalle preziosissime attività diuretiche e detossificanti.

Aesculus hippocastanum: ricca di principi attivi con attività capillarotrofica, vasoprotettiva, antinfiammatoria e parzialmente diuretica.

 

I risultati

 

Tutte le 16 donne trattate hanno riportato preziosi miglioramenti sia antropometrici che bioimpdenziometrici, visibili nella sottostante tabella.

 

Peso (kg)

TBW (lt)

TBW (%)

ECW (lt)

ECW (%)

FM (kg)

FM (%)

PA

BCM kg

Pre-trattamento

81,4 kg

36,5 lt

45,6%

18,1 lt

49,5 %

32,1 kg

38,2%

5,2°

24

Post-trattamento

78,0 kg

35,7 lt

46,6%

16,8 lt

47,3%

29,5 kg

36,5%

5,7°

25,3

 

-3,4 kg

- 0,8 lt

+1%

-1,3 lt

-2,2%

- 2,6 kg

-1,7%

+0,5°

+1,3

 

Tabella

Dati e variazioni medie ponderali e bioimpedenziometriche.

TBW (lt) - total body water in litri   TBW (%) – total body water in percentuale sul peso corporeo ECW (lt) – extra cellular water in litri   ECW (%) – extra cellular water in percentuale sul TBW FM (kg) – massa grassa espressa in kg   FM (%) – massa grassa espressa in percentuale sul peso corporeo PA – angolo di fase

 BIApng

Immagine

Variazione del vettore medio misurata in BIVA

Variazione dei dati in BIAGRAM

 

Oltre ai parametri fisici e bioelettrici, tutte le 16 donne trattate hanno riportato un netto miglioramento dei sintomi MUS precedentemente accusati, e non hanno rilevato alcun effetto collaterale clinicamente rilevante.

 

Conclusioni

Il trattamento integrato si è rivelato particolarmente utile ed efficace nel migliorare la composizione corporea e principali parametri bioimpedenziometrici in donne obese infiammate.

Più precisamente, i risultati dimostrano come la combinazione dieta – supplementazione FLOGO.MU + DEPUR.MU possa contribuire non solo alla migliore gestione della condizione flogistica, supportata dalla riduzione dell’edema (ECW), del peso corporeo e quindi del BMI e della massa grassa, bensì anche ad un netto miglioramento dello stato nutrizionale e della qualità dei tessuti, testimoniata sia dall’esame vettoriale che dall’aumentata massa metabolicamente attiva (BCM) e dall’angolo di fase (PA°).

Più analiticamente:

1.       La riduzione dell’ECW a fronte di un migliorato stato di idratazione complessivo (TBW) sottolineerebbe sia l’azione antiedemigena che quella antinfiammatoria del trattamento integrato, senza induzione di uno stato di disidratazione (condizione molto frequente in seguito all’assunzione di drenanti);

2.       La riduzione del BMI e della FM evidenzierebbe il miglioramento corporeo dei soggetti, con riduzione del tessuto adiposo, principale stimolo flogistico;

3.       L’espansione del PA° e della BCM, suggerirebbe il miglioramento dello stato nutrizionale e metabolico complessivo dei soggetti trattati, come principale esito del controllo dello stato flogistico;

4.       L’esame vettoriale BIVA ed il relativo BIAGRAM testimonierebbero il miglioramento dello stato di idratazione e dello stato nutrizionale dei soggetti trattati.

Alla luce di questi dati, il trattamento dietetico associato all’uso di estratti vegetali con azione antinfiammatoria, come quelli presenti in FLOGO.MU, e con azione vaso e capillarotrofica come quelli presenti in DEPUR.MU potrebbe risultare efficace nella gestione del paziente obeso potenzialmente infiammato.